Il colesterolo HDL (anche definito come colesterolo buono) viene così definito perché, per circolare nel sangue, si lega a proteine a bassa densità (Low Density Lipoprotein) che contribuiscono a rimuovere il colesterolo dalle arterie, riportandolo al fegato, dove viene metabolizzato.
Per questo è necessario cercare di aumentare la frazione di colesterolo HDL nel sangue, soprattutto con una dieta bilanciata ed equilibrata.
Sicuramente l’approccio più salutistico in senso lato, con finalità di prevenzione delle malattie cardiovascolari, della preservazione della salute del nostro cervello, e anche per evitare patologie di tipo tumorale, è quello di una dieta bilanciata che contenga una quantità di calorie globalmente proporzionale a quante realmente ne consumiamo, e che porti al mantenimento generale di un peso corporeo “in forma”. Nell’ambito della scelta degli alimenti ovviamente vi saranno alimenti più sani e altri meno sani. Tutti sappiamo che la tradizione mediterranea ci mette a disposizione una serie di alimenti che vengono universalmente riconosciuti come sani: l’olio extravergine di oliva, le verdure, in certa misura anche la frutta (quando non consumata in quantità smodata rispetto al calcolo calorico), il pesce, le carni magre, i legumi… tutto ciò è da considerare sicuramente come qualcosa di estremamente positivo, quando non si esagera con le quantità. Anche quelli che oggi vengono chiamati superfood, o alimenti per la salute, come ad esempio il vino rosso o l’olio extravergine d’oliva, mantengono tutte le loro proprietà salutistiche quando consumati in modica quantità; assunti in quantità superiori a quanto necessario per il condimento o a un bicchiere a pasto nel caso del vino, tendono a diventare delle fonti di calorie molto importanti, e di conseguenza a determinare effetti dannosi legati a sovrappeso, obesità, sviluppo di diabete ed altre patologie. Non bisogna poi farsi “traviare” da alcune mode estemporanee, che ci portano a deviare l’attenzione verso alimenti di solito molto più cari, che possono essere fonte di antiossidanti indubbiamente efficaci – come ad esempio le bacche di Goji – ma che ci fanno dimenticare di avere a disposizione un gran numero di bacche nostrane sicuramente altrettanto interessanti, senza peraltro essere sottoposte a viaggi intercontinentali.
Lo stesso vale per quanto riguarda l’utilizzo di semi nella dieta: una tradizione che fa parte del nostro patrimonio culturale gastronomico, per la quale possiamo rivolgerci tranquillamente ai semi di girasole, di papavero, di lino senza dover necessariamente ricorrere a semi di chia od altri semi provenienti da altri continenti.
Lo stesso vale per quanto riguarda l’utilizzo di semi nella dieta: una tradizione che fa parte del nostro patrimonio culturale gastronomico, per la quale possiamo rivolgerci tranquillamente ai semi di girasole, di papavero, di lino senza dover necessariamente ricorrere a semi di chia od altri semi provenienti da altri continenti.