Il trattamento per i trigliceridi alti è molto complesso.
In caso di livelli di ipertriglieridemia, se alimentazione e stile di vita adeguati non sono sufficienti ad abbassare i valori, diventa necessario ricorrere al trattamento farmacologico, ad esempio con Omega 3. Approfondisce la questione il Prof. Roberto Volpe, Lipidologo e Ricercatore del CNR di Roma.

In caso di ipertrigliceridemia, il primo trattamento è quello dietetico e dello stile di vita (che vuol dire attività fisica), ma non sempre riusciamo a raggiungere gli obiettivi terapeutici, che sono riportare i trigliceridi al di sotto dei 150 mg/dl.
In questi casi è importante ricorrere al trattamento farmacologico, che vuol dire fibrati ed Omega-3.
I fibrati sono farmaci in grado di ridurre i trigliceridi, ridurre anche un po’ il colesterolo e aumentare un po’ il colesterolo buono (HDL), ma non sono dotati di un buon rapporto costo/beneficio, nel senso che negli studi che li hanno visti protagonisti non sempre sono riusciti a ridurre la mortalità cardiovascolare e soprattutto non hanno inciso mai sulla mortalità totale.
Non riusciamo a raggiungere questo beneficio che si ha nel caso, per esempio, di soggetti con il colesterolo elevato con le statine, oppure nei soggetti che hanno il diabete con la metformina.
Da questo punto di vista c’è necessità di ricorrere ad altri farmaci: gli altri farmaci sono gli Omega-3.

Prof. Roberto Volpe Lipidologo e Ricercatore del CNR – Roma