Secondo i dati ANMCO – Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri pubblicati nel 2014 sull’Atlante del Rischio Cardiovascolare degli Italiani, l’andamento del rischio di malattia cardiaca negli ultimi 10 anni è piuttosto positivo.

 

Dal 2005 al 2014 si è infatti registrata una riduzione del 6% per quanto riguarda gli uomini  e del 15% per le donne, dovuta principalmente a una maggiore capacità di riconoscere i sintomi dell’infarto e a una sempre migliore aderenza terapeutica. (prima slide)

Per quanto riguarda la prevalenza dell’infarto, il rapporto tra uomini e donne (1,5% contro 0,6%) è invece quasi invariato nell’ultimo decennio. I fattori di rischio cardiovascolare più incisivi risultano essere dieta e stile di vita, sedentarietà, età e familiarità, ma anche diabete, ipertrigliceridemia e ipertensione. (seconda slide)

Più in generale, molto c’è da fare ancora a livello di prevenzione, se consideriamo un dato numerico proveniente dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui le malattie cardiovascolari causerebbero ogni anno circa 17 milioni di morti, più della malnutrizione (8 milioni) e di malaria, AIDS e tubercolosi messe insieme (3,86 milioni). (terza slide)