Cosa vuol dire rischio cardiovascolare? Cosa succede nelle nostre arterie quando il colesterolo in eccesso inizia a “ostruirle”, ovvero si forma la placca aterosclerotica? Ce lo spiega il Dott. Arrigo Cicero, Farmacologo Clinico dell’Università di Bologna e Presidente SINut – Società Italiana di Nutraceutica.
Placche, trombi e flusso sanguigno: di che si tratta?
Le placche che si formano sulla superficie interna delle arterie a causa dell’accumulo di colesterolo riducono l’elasticità dei vasi e ostacolano la circolazione del sangue, aumentando il rischio di infarto. Spesso, tuttavia, la vera causa dell’evento vascolare non è la semplice occlusione, bensì la rottura o il distacco di una placca. Quando infatti il colesterolo contenuto al suo interno entra in contatto con il sangue, viene a formarsi un coagulo (il cosiddetto trombo) che può interrompere il flusso sanguigno.
Rischio cardiovascolare: valori e controlli
Ma in definitiva quanto colesterolo possiamo avere nel sangue per poter dire di essere in presenza di un rischio cardiovascolare ridotto?
Di solito si dice che sopra i 200 mg/dl bisognerebbe cominciare a monitorare i valori, ma per una stima corretta sarebbe più corretto calcolare il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo HDL, che dovrebbe essere minore di 5.
Quando andrebbe controllato? Dopo i 50 anni tutti quanti dovremmo effettuare un esame, ma la soglia d’età può ridursi nel caso in famiglia ci sia già qualcuno che presenta valori alterati.